La Vita a Xanadu, breve indagine sociale a cura del Dott. Bertoli (1986)


Sommario

Questa breve indagine mira ad analizzare la bolla culturale rappresentata dalla comunità parrocchiale di Xanadu.


La storia

I primi documenti riguardo la pieve risalgono al 1078, anno in cui la gran contessa Matilde di Canossa, mediante un suo placito, donò la chiesa ai Vescovi di Volterra. Si ritiene comunque che la chiesa, dedicata originariamente a San Giovanni Battista, fosse stata costruita in epoca longobarda e solo ristrutturata all'atto della cessione.

La prima menzione del toponomastico Zanado si ha in un documento di fondazione di un convento clarisso del 1361, il quale operò su pianta stabile fino al 1797 quando fu depredato dalle truppe napoleoniche. Nei secoli la presenza del convento fu un attrattore economico e la comunità rurale crebbe, all'apice, fino al migliaio di persone.

Il toponomastico moderno Xanadu si attestò come tale nei documenti di annessione al nascente Regno d'Italia risalenti al 1860, come anche il cambio di consacrazione della chiesa della pieve non più a San Giovanni Battista ma a Santa Papessa Giovanna VIII.

La prima guerra mondiale diede il primo colpo alla demografia della comunità: più di cinquanta persone provenienti dal paese, infatti, non fecero più ritorno, o perché disperse, o morte o trasferitesi altrove. Durante il fascismo furono documentati due episodi di violenza squadrista e l'esclusione e deportazione di una famiglia di origini ebraiche. Durante la guerra di liberazione, il paese fu teatro di una rappresaglia fascista.

Nonostante il piccolo boom di nascite del secondo dopoguerra la demografia ha condannato Xanadu ad essere poco più di una frazione di qualche centinaio di anime.


Economia e vita quotidiana

L'economia locale è storicamente rurale, con allevamenti e coltivazioni tipiche. Alcune trattorie locali servono cacciagione e piatti poveri di stagione. La vita di paese è monotona e stratificata. Gli strati più popolari impiegano il tempo nei campi, nell'edilizia e nelle fattorie, sia come mezzadri che come possidenti. Il livello di scolarizzazione è basso. Alcune famiglie più borghesi sfuggono qua dal caos cittadino andando a ravvivare la quasi assente vita culturale. L'anno è scandito dai cicli naturali e da numerose feste religiose, occasione di riflessione e divertimento. I giovani lavorano insieme ai genitori e passano le serate sempre insieme, ascoltando musica e giocando ai pochi cabinati nel bar del paese.


Il culto della felicità

La religione cristiana risulta un fondamentale collante della società di Xanadu. La parrocchia segue il catechismo di Santa Papessa Giovanna VIII, patrona dei sognatori. La fede è intesa come una ricerca costante della Felicità, una sorta di obbligo morale a non essere tristi e trattare gli stati emotivi considerati nefasti come un peccato da espiare e un influsso del diavolo. Tale interpretazione religiosa sembra ben radicata nella mentalità locale, anche se la maggioranza delle persone comunque mostra una certa autocritica e razionalizzazione di questo modo di vivere la fede. Curiosi sono i sacramenti strettamente legati a questo tipo di catechismo, in particolare la sostituzione, nelle funzioni locali, dell'eucarestia con il sacramento del rinnovamento dello spirito. Tramite l'imposizione delle mani verrebbe rinnovato lo spirito santo dentro ciascun credente. I fedeli più coinvolti possono raggiungere addirittura stati di catalessi ed estasi fino a svenire. Problema risolto con praticità contadina: comodi giacigli e due persone pronte a sorreggere chi sviene. Un'altra attività interessante è legata alla leggenda di Santa Giovanna che il credo locale vuole essere nata proprio a Xanadu. Ogni anno i paesani si riuniscono per lasciare pensierini e pegni all'interno di uno scrigno dei buoni propositi, che viene poi sigillato e riaperto solo tempo dopo così da vedere se quelle preghiere di felicità sono state esaudite e fare quindi un bilancio della propria vita. Le sfumature della fede Non tutti vivono la fede alla stessa maniera. I più gioiosi accolgono ogni evento straordinario come un dono di Dio per intercessione della Santa, sono i più entusiasti. I più paurosi vivono invece la felicità come una serie di regole imposte, temono e interpretano ogni evento straordinario che si discosta dalla giusta via come una tentazione del Demonio da combattere. Con la secolarizzazione della società, non è più un tabù non essere osservanti, anche se i più zeloti continuano a guardare con sospetto chi non si reca in chiesa.


I problemi sociali

Il carattere degli abitanti è mediamente di crudo realismo, perfezionismo e di onestà intellettuale che sfora nel pubblico insulto, similmente al resto della regione; inoltre c'è un attaccamento piuttosto forte ai propri possedimenti come se fossero parte della propria persona. L'idillio teorico di Xanadu è in crisi, sia per cause pregresse, sia per la questione demografica, sia per il divario crescente tra mezzadri e possidenti in seguito all'ultima crisi economica. Esistono inimicizie tra alcune famiglie che portano attriti all'interno del paese e una certa competizione anche in vista delle cerimonie pubbliche. Numerosi sono i contenziosi per un terreno, una casa, o addirittura per un'auto o un animale. Inoltre la percezione della legge dello stato è piuttosto anarchica, le norme più recenti sono spesso ignorate, in favore di un codice comportamentale fatto di tradizioni, chiusura e attiva ignoranza.


Sviluppi futuri

Xanadu può essere un ottimo caso studio per valutare nel tempo l'effetto delle politiche economiche a sostegno delle piccole comunità rurali e valutare anche l'impatto della modernità su società sostanzialmente apatiche al cambiamento.


© Bertoli 1986